22 luglio 2009
Tremonti-ter, evasione fiscale e superpoteri al Fisco
Sono tante le società che hanno chiuso il bilancio dell’anno 2008 con una perdita e tuttavia riportano un reddito fiscale, sul quale incidono in particolare le variazioni in aumento dovute soprattutto all’Irap, oltre che all’Ici e alla
frazione non deducibile di alcuni costi per il quali vige il regime di deducibilità limitata (tra tutti le spese per autovetture e di telefonia). Per le quote di spese non ammesse in deduzione nell’esercizio e tuttavia rinviate ai successivi periodi d’imposta (tali gli interessi passivi o le spese di mautenzione e riparazioni eccedenti i limiti previsti dalla legge) l’onere fiscale Ires dell’esercizio trova, invece, il recupero nell’attivo del bilancio (imposte anticipate).
In questi casi, quindi, non vi sono utili civilistici ma l’agevolazione può essere ugualmente applicata e importerebbe una riduzione dell’imponibile Ires (o l’alimentazione di perdite riportabili).
Il testo approvato oggi dalla Commissione Bilancio e Finanze della Camera amplia la gamma delle agevolazioni e si estende esplicitamente anche alle società in perdita, per cui è sufficiente eseguire gli investimenti nei macchinari individuati dalla norma, a prescindere dal conseguimento o no di utili di bilancio, al contrario dell’enunciato della rubrica dell’articolo 5 (detassazione degli utili reinvesti in macchinari).
E’ singolare però che per coprire la maggiore spesa derivante dall’estensione della Tremonti-ter sia stata approvata (in commissione) una norma che prevede, allo scopo di recuperare gettito dalla scoperta dell’evasione fiscale, il potere del Direttore centrale dell’accertamento dell’Agenzia delle entrate di richiedere notizie, dati e documenti alle Autorità indipendenti e di vigilanza (Banca d’Italia, Consob, Isvap), anche in deroga a specifiche disposizioni di legge. Ci sarà molta curiosità di conoscere quale sarà il grado di permeabilità di tale potere, fin dove potrà perciò spingersi nelle richieste, se la modalità di acquisizione comporterà la possibilità di accedere alle banche dati più sensibili delle Autorità indipendenti e, soprattutto della Banca d’Italia.
Non mancheranno ovviamente i richiami all’Autorità della privacy per tutelare i diritti alla riservatezza dei cittadini, ma va considerato che la stessa Autorità potrà essere destinataria delle richieste dell’Agenzia “in deroga alle disposizioni di legge” così che si potrebbe creare un curioso corto circuito. Una norma di copertura finanziaria rischia quindi di produrre degli effetti che vanno attentamente controllati e ricondotti e limitati alla esclusiva esigenza di contrastare l’evasione con applicazione di un principio di proporzionalità dei mezzi rispetto ai fini, ampiamente utilizzato nel diritto comunitario e nelle sentenze della Corte di giustizia europea.
Scritto il 23-7-2009 alle ore 09:30
Sarebbe interessante conoscere il parere autorevole di Chi, a vario titolo, ha parte attiva nella gestione dei blog fiscali di postilla, in merito all’interrogativo se, a fronte del fallimento della riforma tributaria 72/73 e successive modifiche minori (89/90 – 97 – 2004), non sarebbe stato opportuno, al fine di intercettare diversamente la “ricchezza che si vede”, introdurre una seria “imposta patrimoniale generale”, oggi assente nel nostro ordinamento,a differenza di quanto opportunamente, invece, avviene in altri ordinamenti, che possa agire e mo’ di complemento in un “sistema tributario di tassazione”, che in variegati modi dovrebbe tendere ad intercettare qua (patrimonio) ciò che sfugge là (reddito che si patrimonializzerà, per la parte non consumata).
Scritto il 23-7-2009 alle ore 13:52
CONDIVIDO APPIENO QUANTO AFFERMATO DAL PROF. DAMIANI.
OSO AGGIUNGERE CHE QUALSIVOGLIA INTERVENTO AGEVOLATIVO PROVOCA, DI PER SE’, ANOMALIE, DISFUNZIONI E SCOSTAMENTI (RISPETTO ALL’OBIETTIVO NOBILE DI SUSSIDIO ALL’INTRAPRESA PREFISSATO DAL LEGISLATORE),A CAUSA DELLA MALA GESTIO NELLA FASE DELLA FRUIZIONE DELLA STESSA PROVVIDENZA ECONOMICO/FINANZIARIA, A CURA DELL’IMPRENDITORE. MI SPIEGO MEGLIO: E’ ASSUNTO CHE IN TEMA DI CREDITO DI IMPOSTA SUGLI INVESTIMENTI, BUONA PARTE DEI FRUITORI SI SIA ATTIVATA PER RINNOVARE L’AUTO ( DI SOLITO DI GROSSA CILINDRATA )CON USO PIU’ CHE PROMISCUO. COSI’ COME E’ ALTRETTANTO ASSUNTO CHE IN TEMA DI CREDITO D’IMPOSTA SULLE ASSUNZIONI, DECORSI I TRE ANNI DI PRESTAZIONE LAVORATIVA, LE AZIENDE SI (RISTRUTTURANO,PER NON DIRE CAMBIANO SOGGETTO ECONOMICO O CESSANO L’ATTIVITA’ E LA RIAVVIANO CON ALTRA AZIENDA) EFFETTUANDO TURNAZIONI E REIMPIEGHI PRESSO AZIENDE COLLEGATE, ONDE FRUIRE AL MASSIMO DEGLI AIUTI PROFUSI DALLO STATO.
DETTO CIO’, PER COGLIRE NEL CENTRO DEGLI OBIETTIVI DI OGNI SINGOLA AZIONE DI SUPPORTO, SAREBBE OPPORTUNO FORSE NON DILUIRE NEL TEMPO L’AZIONE BENEFICA DELL’INTERVENTO, MA RENDERE PIU’ CONSISTENTE LA COMPARTECIPAZIONE ECONOMICA A CURA DELL’AZIENDA, IN MODO DA SELEZIONARE I BUONI DAI CATTIVI FRUITORI (QUESTI ULTIMI NON SI GETTEREBBERO NELLA BOLGIA DEGLI AVENTI DIRITTO, IN QUANTO COSTRETTI AD INVESTIRE IN MODO CONSISTENTE CON IL PROPRIO CAPITALE. ALLO STESSO MODO ANDREBBE GESTITO TUTTO IL MARE MAGNUM DEGLI AIUTI IN CONTO CAPITALE, PREVISTI CON LA MIRIADE DI INTERVENTI LEGISLATIVI A SOSTEGNO DELL’IMPRESA.
CON TALE NUOVO SISTEMA, IMPOSTATO SU UN’AIUTO CONCRETO MA NON SUFFICIENTE ALLA REALIZZAZIONE TOTALE DI QUANTO OCCORRENTE ALL’AZIENDA, SI POTREBBERO SODDISFARE PIU’ RICHIEDENTI, SI POTREBBE SELEZIONARE AUTOMATICAMENTE LA CATEGORIA DEI BRAVI IMPPRENDITORI RISPETTO A QUELLA DEI FURBETTI DI TURNO ( CHE AVREBBERO MOLTE DIFFICOLTA’ AD EFFETTUARE SOLO OPERAZIONI SPECULATIVE, COME AD ES. FARSI GONFIARE GLI IMPORTI FATTURATI NELLA MISURA DEL 30 O 40 % PER COPRIRE UNA UFFICIALE COMPARTECIPAZIONE DEL PRIVATO DI PARI ENTITA’), ED INFINE NON SI MORTIFICHEREBBE IL SANO IMPRENDITORE CHE SI VEDE PUNTUALMENTE NON FINANZIARE IL PROPRIO PROGETTO, A CAUSA DELL’ESAURIMENTO DEI FONDI DI DOTAZIONE. A PROPOSITO DI QUEST’ULTIMO FREQUENTE FENOMENO, TENIAMO NELLA GIUSTA CONSIDERAZIONE IL FATTO CHE I CATTIVI IMPRENDITORI ( I FURBETTI DI CUI SOPRA) RISULTANO SEMPRE FRA I PRIMI IN GRADUATORIA, IN QUANTO NEI PARAMETRI OCCUPAZIONALI E DI INVESTIMENTO ARRIVANO AI PRIMI POSTAI IN GRADUATORIA.E’ FACILE PROMETTERE DI ASSUMERE 100 DIPENDENTI, QUANDO ALL’INTROITO DELLA PRIMA TRANCHE DI FINANZIAMENTO, L’AZIENDA ED IL SUO RAPPRESENTANTE LEGALE DECIDONO DI TRASFERIRSI SULLA LUNA. VI E’ DA DIRE, A RIGUARDO, CHE L’IMPRENDITORIA MALATA (COMPOSTA DAI FURBI) PRESENTA PROGETTI, SODDISFACENDO A PIENO I REQUISITI PREVISTI, VISTO CHE NON NASCE PRIMA L’IDEA E POI SI USUFRUISCE DELLE PROVVIDENZE PUBBLICHE ( SE CI SONO AL MOMENTO), BENSI’ SI MODELLA IL PROGETTO IMPRESA SULLA SCORTA DI CIO’ CHE AL MOMENTO E’ FINANZIABILE. A VOLTE, NEL MIO STUDIO PROFESSIONALE SI FANNO VIVI IMPRENDITORI CHE CHIEDONO CONSULENZA IN TEMA DI FRUIZIONE DEI FINANZIAMENTI,ED ALLA MIA DOMANDA RIVOLTA A CONOSCERE QUALE SIA L’IDEA DI INVESTIMENTO AZIENDALE, FA SEGUITO LA SEGUENTE RISPOSTA: “NON LO SO, E’ LEI CHE MI DEVE DIRE DOVE CI SONO LE OPPORTUNITA’ AGEVOLATIVE PIU’ APPETIBILI”; LOGICAMENTE VENGONO MESSI SUBITO ALLA PORTA!!
PER CONCLUDERE, SOCONDO IL MIO PUNTO DI VISTA, L’UNICA GARANZIA CHE I SUSSIDI FINISCANO NELLE CASSE DI CHI RELMENTE VUOLE INVESTIRE, CON UN VERITIERO PROGRESSO DEL TESSUTO PRODUTTIVO, E’ DATA DAL CONCEDERE SUPPORTI FINANZIARI IN MISURA PIU’RIDOTTA RISPETTO AD OGGI, COSTRINGENDO VERAMENTE L’IMPRENDITORE A METTERCI DEL SUO.
Scritto il 12-3-2010 alle ore 00:11
“Gli ultra ricchi, i padroni, non evadono le tasse, le riscuotono.
Stato e fisco sono roba loro, non nostra. Lo stato non siamo noi, lo stato è contro di noi.
Non capisco la follia di coloro che, pur rendendosi conto che lo stato è un privatissimo strumento di depredazione in mano a famiglie di scadenti potentati, vogliono conferire a questo stato-strumento più poteri, più funzioni, più tasse, più soldi, contro gli interessi della propria famiglia. E’ come darsi la zappa sui piedi.” ( Filippo Matteucci )